Sonny Bill Williams è uno sportivo di successo, giocatore di rugby League, Union e Seven, nonché pugile.

Nasce ad Auckland nel sobborgo di Mount Albert nel 1985, figlio di John, operaio Samoano, già appassionato tredicista. La sorella Neill vanta presenze nella nazionale All Blacks Seven; Henry e Marcus Perenara i cugini, sono anch’essi professionisti della palla ovale.

Nel 2004 si trasferisce a Sydney, firma un contratto con i Canterbury Bulldogs, vincendo il “Rookie of the year”, premio per la miglior promessa sportiva del campionato. La forte influenza di musulmani in quel sobborgo di Sydney, portati dalla migrazione libanese del secolo precedente, lo segnerà profondamente, si convertirà alla religione Islamica, diventando di fatto, il primo All Blacks musulmano della storia.

Il Tuttonero numero 1108 è anche uno degli unici 20 giocatori di rugby nella storia ad aver rappresentato la Nuova Zelanda sia nell’Union che nel League, il solo ad aver giocato anche con la selezione Seven.

Durante alcuni momenti di stallo con il rugby, dati da problemi contrattuali, decide di allenarsi e poi combattere nel campionato neozelandese di pugilato, categoria Pesi massimi, diventandone il campione nel 201; tre anni più tardi vincerà il titolo valido per la corona internazionale WBA, contro il sudafricano Francois Botha.

Atleta di punta del colosso sportivo Adidas, fonda una rete di net worth che oggi frutta annualmente 15 milioni di dollari americani (fonti non precisate ndr).

Nel 2019 è il rugbista più pagato della storia, firmando un accordo biennale da 10 milioni di dollari con la franchigia canadese di rugby League dei Toronto Wolfpack: club con base a Toronto, di proprietà australiana, giocheranno nel massimo campionato inglese (Super League) le partite in trasferta e a Toronto le gare domestiche, con trasferte degli avversari in Canada coperte dal budget del Signor David Argyle, imprenditore edile australiano. Sonny in tutto questo sarà il giocatore immagine e avrà il 5% delle quote della società, diventando così, insieme a Keisuke Honda (calcio), uno dei pochi giocatori professionisti in attività, anche proprietario di club.

Un grandissimo merito che io attribuisco a SBW riguarda il suo sbarco in Francia nel 2010. Il Toulon è pronto ad uno dei più grandi investimenti di sempre, portare Williams dall’NRL al Top 14, operazione particolare perché raramente si era visto il cambio codice di un giocatore, ma i mondiali XV 2011 bussano alla porta e l’occasione si fa ghiotta.

Sonny porta l’innovazione dell’off-load in Europa: in un Rugby Union fatto di contatto+ruck, il riciclo di palla evita un passaggio, velocizzando tremendamente tutto il contesto. Sonny in realtà faceva semplicemente quello che sapeva fare e che gli hanno sempre insegnato: quando i difensori placcano bassi senza bloccare il pallone, se possibile, trasmettilo. Per quanto assurdo nel 2010 nella lega dei professionisti più pagati al mondo, il placcaggio continuava a venir fatto basso e Sonny Bill, quell’anno, più o meno inconsciamente, cambiò il rugby mondiale. Quello che il mondo Union ammirava come “passaggi spettacolari” erano semplicemente off-load, che nel Rugby League sono una “skill” quasi alla pari del passaggio normale. Grazie a questo avvento si dovettero riorganizzare difese, allenamenti e stili di gioco, fu decretato dalle grandi menti dello sport a 15, che il riciclo di palla era una tecnica efficace e volitiva. Da lì in poi Sonny Bill Williams entra nell’immaginario collettivo, come qualcosa di nuovo, veloce, accattivante, tecnico, potente, bello e ricco.

Nel 2013 lo incontrai per un evento al municipio di Leeds; il dress-code era rigoroso: sotto la polo rappresentativa, pantaloni neri e scarpe cerimoniali. Lui arrivò 40 minuti in ritardo, jeans attillati e Clark nere… fu lì, la prima volta, che pensai che finalmente anche il Rugby aveva il suo Cristiano Ronaldo.

GC