Di Martina De Biase
I campionati di rugby della Partenope Serie C (girone campano) e Serie B (girone D) si sono conclusi a distanza di una settimana tra i due. La Partenope Pomigliano ha chiuso per prima il campionato sconfitta fuori casa dall’Amatori Torre del Greco con il punteggio di 14 – 10. Dal canto suo, la Partenope serie B ci ha deliziato con l’ultimo match del campionato in casa contro il Rieti, terzo in classifica, vincendo per 36 – 5; chiudendo,così, il sipario sul campionato con un sorriso stampato sulle facce di tutti, tifosi e staff. Eh già, il campionato è finito e tante cose sono accadute in questo altro anno di sport appena passato. Entrambe le squadre, senza escludere il movimento giovanile, come ogni anno, si sono date da fare. Tanti i momenti di sconforto, tante le difficoltà, seppur le solite, quelle che fanno un baffo al cubo di Rubik per trovare soluzione, ma in compenso i giocatori hanno saputo continuare anche con le spine nei fianchi. C’è sempre una grande crescita morale e sportiva quando nei momenti duri si è portati a stringere i denti. Spesso ciò non fa sorridere, ma se il campo da rugby è un campo di vita, una prova, per testare quanto si riesce a sopravvivere ai nuovi cicli vitali che la natura ci impone di vivere, allora è giusto anche che momenti simili facciano parte di questo percorso. Ho avuto modo di comprendere, da appassionata, prima ancora che “da quella che scrive gli articoli”, che questi ragazzi hanno bisogno di acquisire fiducia in loro stessi, che non vanno lasciati soli e che, chi se ne prende cura, deve pensare a loro come una seconda famiglia; ed, inolte ho imparato a comprendere che, non ci sono giocatori peggiori o migliori, ma solo persone che hanno bisogno del proprio tempo per maturare e capire, e che questo, a volte, può farti perdere qualche partita, come succede coi propri figli, del resto. Intanto le nuove reclute si fanno avanti, tanti gli innesti sia in prima squadra che nella cadetta, giovani che permettono di proiettarci nel futuro con concretezza. Loro sono la risorsa sostanziale, il “greggio ovale” che consente di immettere la Partenope e tutto il movimento rugbistico campano nella carreggiata giusta. Molti di questi stanno proseguendo l’attività sportiva nella Coppa Campania iniziata il 29 aprile scorso, un modo per testare -come detto pocanzi- i nuovi volti, schemi di gioco e soprattutto per divertirsi tutti insieme. Ormai non sono più impressioni, non dobbiamo più consultare le statistiche per essere certi che il rugby in Italia sta crescendo e che lo si inizi a considerare come rimedio ad uno sport malsano, allo sport che ha perso gran parte della sua integrità, della sua etica. Nel frattempo, la Partenope tutta, sta ritrovando le sue vecchie radici, l’anno venturo si riapproprierà di nuovo della casa che ha ospitato le sue vittorie rugbistiche e non solo: lo stadio sportivo “A. Albricci” di Napoli. Mi auguro che questo ritorno alla “Casa Madre” possa essere di buon auspicio al “Cavallo Partenopeo” per riprendersi la sua rivincita, e che possa essere di riflesso su tutto lo sport campano. Voglio concludere mandando un messaggio a quelli che praticano questo sport, non solo riferendomi ai ragazzi della squadra che seguo e sostengo, ma a tutti quelli che giocano a rugby, ai giocatori di provincia a quelli che calcano i grandi scenari internazionali, ai grandi e ai piccini, ed anche agli Aironi che stanno affrontando un momento societario difficile: non vi arrendete mai, per nessuna cosa al mondo! Non mentite a voi stessi, per molti di voi il rugby è tutto ciò che hanno, è la loro ancora di salvezza, il loro rifugio sicuro, una casa abitata da tanti fratelli che hanno sempre desiderato avere. Non lasciate che un infortunio, che un momento grigio, vi butti giù, che vi tenga lontano dal vostro credo, dalla vostra vita, dal campo. Io non sono una giocatrice, ma come sportiva credo che non ci sia nessun buon motivo che possa giustificare l’abbandono della palla ovale, l’abbandono di uno sport, se non per vecchiaia ed, anche in quel caso, molti non accettano di dover smettere. Nessuna battaglia sarà mai più forte di quella che non avete già combattuto in campo. Nessuno sarà come voi. Nessuno stringerà i denti come solo voi sapete fare. Allora, avete solo un modo per ripagare questo sport, per ringraziarlo di avervi reso non solo dei buoni giocatori, ma degli uomini migliori: sentitevi vittoriosi e vincitori sempre! Nessun tempo investito è andato perso se avete lasciato voi stessi nei colori della vostra maglia e nell’ovale che tanto difendete. In realtà nessuno ha perso. Il rugby siete tutti voi. Good Luck, Gentlemen!