di Daniele Fasciolo

Sembrano invincibili,i rugbisti quando sono in campo. Mettono testa,mani e cuore dove qualunque persona sana di mente non li metterebbe mai.
Sembrano invincibili i piloni, così grossi, pesanti, con la bava alla bocca e gli occhi di fuori, più per la fatica che per la carica agonistica. Li vedi trascinarsi per il campo, sembrano lenti , eppure in ogni azione sono sempre lì, pronti a dar sostegno.
Sembrano invincibili gli inglesi, quando te li trovi contro da avversari, quando ti passano sopra e poi ti aiutano a rialzarti. Allora capisci che crescere a rugby e birra, non fa poi così male. A te stesso no, solo agli altri.
Sembrano invincibili quando poi li trovi al pub, con quel sorriso sornione, la pinta in mano, un tubetto di Pringles e con quell’accento assurdo ti raccontano le loro gesta. Ti conviene crederci, sempre. A tutto.
Il pub per loro è una seconda casa, di più, una cattedrale. Perchè quando noi da bambini ci portavano all’oratorio, loro erano già sugli sgabelli, dietro al bancone, con lo sguardo rivolto alla tv per seguire qualche match.
Sembrano invincibili quando si tratta di ridere e scherzare, di goliardia e di umorismo.
Io l’ho conosciuto un invincibile.
Si chiama Brendan Patrick Lynch, è nato il giorno di San Patrizio del 1986. Amava sorridere, amava il rugby, il pub e sopratutto amava la vita. La sua aveva deciso di costruirsela qui, a Roma.
Sembrava invincibile, invece se n’è andato una notte di Gennaio del 2013.
Non era invincibile (purtroppo), ma adesso è immortale.
Vivrà sempre nei ricordi di chi l’ha conosciuto. Di chi come me un lunedì mattina non riusciva a trattenere le lacrime, eppure non riusciva nemmeno a togliersi il sorriso dalle labbra.
Perché  con Brendan erano solo bei ricordi.
Ed è a quei ricordi, e a te Ciccio, che sollevo la pinta.
buon viaggio.
CHEERS!