Mancano meno di due giorni al calcio d’inizio di Italia-Francia, primo incontro del Sei Nazioni 2021. Il torneo si preannuncia teso, con due grandi favorite, una squadra che può guastare qualche piano, almeno altre due che si devono ricostruire e gli azzurri. Perché gli azzurri partono dietro, sia chiaro fin dall’inizio. Veniamo da anni impegnativi, densi di cocenti delusioni e poveri di risultati, con l’aggravante della venuta al pettine di un nodo bello grosso, quello di un movimento che per anni ha prodotto pochissimo. Nodo che abbiamo un po’ tutti davanti agli occhi, visto che a livello di Nazionale manca un’intera generazione di atleti che ora come ora avrebbe fatto molto comodo. Nodo che stiamo pian piano sciogliendo grazie all’ottimo lavoro dei settori giovanili negli ultimi anni, ma che per essere districato per bene necessiterà ancora un bel po’ di tempo. Sta di fatto che, per ora, disponiamo della rosa più giovane del torneo, vuoi per i motivi di cui sopra, vuoi perché con l’addio al rugby internazionale di Leonardo Ghiraldini abbiamo salutato l’ultimo dei grandi senatori azzurri che per anni hanno tirato la carretta. Detto questo, diamo un’occhiata alla formazione che sabato sfiderà la Francia all’Olimpico. La prima cosa che salta all’occhio è l’assenza dal primo minuto di Canna a primo centro (è in panchina) e il conseguente debutto di Nacho Brex con la maglia numero 12. Attenzione, però, a non limitare i suoi compiti a quelli di un primo centro puro, fatto di attacchi dritto per dritto e di incornate sulla prima linea di difesa avversaria: Brex è ed è stato un ottimo giocatore di rugby a sette, è molto dinamico e sa prendere degli angoli di corsa non sempre prevedibili per la difesa avversaria. Al suo fianco si conferma Zanon, ottimo nel ruolo di grimaldello a novembre, chiamato a ripetere le buone cose mostrate finora in azzurro. I due insieme a Paolo Garbisi formano una cerniera 10-12-13 affiatata e solida il giusto per creare dubbi agli avversari. Colpisce anche l’assenza di Bellini, che sembra aver avuto un problema fisico martedì in allenamento, al suo posto Luca Sperandio, che ha anche doti e infarinatura da numero 15, cosa che potrebbe tornare utile in caso di gioco tattico al piede. Colpisce a prima vista anche la prima linea, con il ritorno (a me graditissimo) di Cherif Traoré e Marco Riccioni. Colpisce perché i due – soprattutto il teramano – hanno vissuto periodi non esattamente idilliaci a livello fisico. In panca scalpitano Manfredi, Fischetti e Zilocchi, cosa che fa pensare ad una riproposizione da parte di Smith di una disposizione tattica già vista negli anni della Benetton Treviso, con la prima linea più performante pronta a raccogliere il testimone dei titolari quando la partita vive il suo momento topico. In panchina si rivede Federico Ruzza, e solo noi (tutti) sappiamo quanto abbiamo bisogno di mani e centralina come quelle.Nel complesso siamo di fronte ad una formazione più strutturata fisicamente rispetto a quella vista nel match di novembre. Più equilibrata, con una discreta profondità in prima linea e un paio di soluzioni in più tra i trequarti.Cosa che però difficilmente basterà per impensierire i ragazzi di Fabien Galthié. Altra squadra giovane, selezionata a partire da un giacimento di talenti meraviglioso nella sua profondità e incredibile per qualità media. Un solo dato per far capire la differenza tra i due movimenti: Louis Carbonel, mediano di apertura che sabato partirà dalla panchina, è il 10 titolare dello Stade Tolousain, con ad oggi 38 presenze da titolare (su 46 totali) nel Top14. E no, non è questione di turnover.Sabato ci aspetta una partita quasi impossibile, in cui il “quasi” è legato alla molto remota possibilità di uno smarrimento mentale da parte dei giocatori francesi, lo stesso che è costato loro una semifinale mondiale (gomitata scellerata di Vaamahina) e un Sei Nazioni (sciocca reazione di Haouas, in campo anche sabato). Ipotesi non impossibile, ma molto improbabile.Comunque più probabile di una nostra vittoria.Azzurri, per favore, smentitemi!