La prima squadra dei Lions Amaranto Livorno ha iniziato la propria attività nell’estate del 2007. Nei suoi primi tredici campionati (quattro in B e nove in C1) ha disputato le proprie gare casalinghe in quattro terreni da gioco distinti: nell’annata 2007/08 a San Piero a Grado (Pisa), nelle stagioni 2008/09, 09/10 e 10/11 al ‘Carlo Montano’, dalla stagione 11/12 fino a tutto il 2018 al ‘Giovanni Maneo’ (i due impianti cittadini in gestione del Livorno Rugby) e dal gennaio 2019 sul campo centrale dell’‘Emo Priami’ di Stagno. Rappresenta solo un sogno di inizio autunno la proposta di giocare, almeno una gara casalinga, su un quinto terreno: lo stadio ‘Armando Picchi’? La proposta è stata lanciata dal capitano degli amaranto Luciano Scardino; la partita in questione sarebbe il derby interno con il Livorno Rugby, valido per il torneo di B 2020/21. Proposta accolta con grande entusiasmo da Massimo Goti (ex allenatore delle due squadre labroniche), che nella mischia del Rugby Livorno (all’epoca sponsorizzato ‘Corime’) disputò alcune gare interne del proprio splendido torneo di A1 1989/90 allo stadio ardenzino. A ‘sponsorizzare’ l’iniziativa, si aggiunge ora Giampaolo Brancoli, l’attuale allenatore dei Lions. “Premetto – dice – che il discorso è prematuro, più che mai considerato che deve essere ancora stilato il calendario e che ancora non abbiamo affrontato il tema con i dirigenti. È però evidente che la vicenda ha tenuto banco nel nostro spogliatoio: i miei giocatori sono tutti quanti affascinati da quanto proposto dal nostro capitano. E anch’io, da addetto ai lavori, sarei davvero contento di respirare l’aria del derby nel maggior impianto sportivo della città”. “Non entro in merito a problematiche organizzative, anche se non credo sia un’impresa titanica collocare le porte ad acca al posto delle porte da calcio, né tracciare nuove linee sul prato. Aggiungo che se dovessi essere ‘cinico’ e pensare unicamente ai vantaggi che comporta il giocare in casa, da allenatore, ‘tiferei’ per disputare tutte le nostre partite interne al ‘Priami’, il terreno dove ci alleniamo praticamente tutti i giorni, che sentiamo come nostro ‘fortino’, nel quale riusciamo ad esprimerci al massimo e che, di fronte ai nostri supporters, ci ha consentito di raggiungere la promozione del 2019. Del nostro campo conosciamo ogni caratteristica: i miei hanno, durante le partite, precisi punti di riferimento, che agevola il loro compito. Il desiderio di giocare allo stadio non nasce dunque da una questione prettamente tecnica, ma dalla volontà di far crescere il rugby cittadino. Abbiamo visto quanta gente, nonostante la pioggia copiosa, abbia affollato il ‘Montano’, il 3 novembre dello scorso anno, per il primo ‘storico’ derby di B tra noi ed il Livorno Rugby. Purtroppo l’emergenza del Covid-19 e la sospensione dei campionati ha impedito di replicare quella festa dello sport, nel girone di ritorno, al ‘Priami’. Tutti quanti speriamo che non vi siano restrizioni per i tifosi per i problemi della pandemia, ma credo che sarebbe poco opportuno consentire un afflusso massiccio in impianti che non possono avere una grande capienza. Non sarò mai sufficientemente grato alla mia società che, vincendo il relativo bando, si è assicurata la gestione di un grande plesso sportivo quale è il ‘Priami’, ma sono consapevole che solo lo stadio ‘Picchi’ avrebbe le caratteristiche per consentire a tutti i numerosi appassionati di assistere ad un confronto così particolare quale è il derby”. “Massimo Goti, che mi appoggia nel mio lavoro di tecnico, seguendo da vicino il reparto avanzato, e lo stesso Fabio Gaetaniello, che spesso incrocio al ‘Priami’ (l’ex trequarti azzurro è direttore tecnico delle formazioni giovanili Lions e Granducato, ndr) ricordano sempre con grande piacere le partite che giocarono, in biancoverde, al ‘Picchi’ più di trenta anni fa. Mi assicurano che le sensazioni che regala quello stadio, per livornesi come noi, sono uniche. Mi auguro, e lo dico anche a nome dei miei giocatori, di poter calcare quel prato, per guidare la squadra in una gara che, per la cornice di pubblico, rimarrebbe negli annali dello sport cittadino”.