Ricevo e pubblico.
Ci tengo ad aprire una piccola parentesi sulle “critiche” che sono state mosse verso la rosa della nazionale italiana di rugby league, che sta partecipando alla coppa del modo in corso in Inghilterra e Galles.
Innanzitutto molti non sanno che essere “invitati” al mondiale, non è un fatto avvenuto per “simpatia” o per “amicizia” con qualcuno, ma è un processo lento che ha impegnato la nostra federazione a raggiungere diversi step sia sul territorio nazionale (Italia secondo la RLIF e la RLEF e non Australia come molti malignano) che a livello internazionale.
Ciò ha comportato che negli ultimi anni la nazionale italiana “domestica”, ovvero, composta da giocatori militanti nel campionato italiano e con l’inserimento di qualche giocatore dai campionati inglesi e francesi, abbia vinto 2 European Shield, partecipato ad un European Cup, giocato svariati match amichevoli internazionali (tra cui una vittoria contro il Galles in una partita che vedeva diversi italiani in campo Nannini, Cuomo, Segundo e Berzieri su tutti) e poi l’invito alle partite di qualificazione contro Serbia, Russia e Libano.
Vorrei ricordare inoltre che, nonostante in Libano ci sia un campionato domestico molto più sviluppato che in Italia, la squadra Libanese può contare su un numero svariato di libano-australiani.
Una sconfitta contro Libano, in casa, loro avrebbe causato la partecipazione alla coppa del mondo della squadra Libanese e non dell’Italia. Come credo sia ovvio la partecipazione ad una coppa del mondo porta soldi, visibilità e risorse; queste impiegate nel campionato domestico italiano possono aiutare a sviluppare nel miglior modo possibile il nostro torneo e passare così da 300/350 tesserati a un numero molto più consistente. Il non partecipare, invece, NON PORTA NULLA. Per questo si è deciso di sfruttare il regolamento della Federazione Internazionale a nostro vantaggio e utilizzare giocatori di altissimo livello per questa competizione e nelle partite di qualificazione alla manifestazione iridata.
Detto questo, il secondo requisito per poter essere riconosciuta come federazione e poter partecipare alla Rugby League World Cup 2013 era quello di sviluppare un campionato domestico a 10 squadre iscritte, tesseramenti fatti alla federazione europea e un adeguato numero di partite documentate, inoltre dovevam occuparci della formazione di allenatori certificati RLEF e simili; bene, tutte queste cose siamo riusciti ad ottenerle, per cui siamo stati riconosciut anche a livello europeo e mondiale. Non sto dicendo che va tutto bene e che siamo “arrivati”, sto solo dicendo che non ci siamo ne improvvisati, ne tantomeno abbiamo “camuffato” o peggio “imbrogliato” per essere a questa competizione.
Io (Andrea Sola), Giovanni Franchi, Luca Cerza e Fabio Berzieri che ci siamo impegnati e distinti nel campionato italiano con il XIII del Ducato (Piacenza) e il XIII della Ghirlandina (Modena) e nell’European Shield in questi anni, e ci siamo impegnati con tutti i mezzi a nostra disposizione, per questo obiettivo mondiale, siamo felicissimi dei successi azzurri. Siamo anche consapevoli, anche se avremmo voluto essere in Inghilterra e Galles con la nazionale, di non avere le qualità tecniche e fisiche per poter competere con i giocatori Scozzesi, Gallesi e sopratutto Tongani, che giocano in NRL.
Faccio, inoltre, i complimenti alla FIRFL per il loro lavoro sul territorio del Centro-sud Italia, per l’impegno, per la passione e per gli obiettivi ambiziosi che si sono posti; tra tutti, poi, mi congratulo con il mio caro amico Dott. Guido Porcellini e Luigi Ferraro leader carismatico dei Magnifici Firenze.
Chiedo però loro di non cercare, ormai troppo spesso di denigrare il nostro lavoro perché, anche se non so se gli farà piacere, la pubblicità che l’Italia si sta facendo grazie alla coppa del mondo gioverà pure a loro, ed io (in cuor mio sono sempre un ottimista) sogno una unificazione delle due federazioni, cosa che gioverebbe al Movimento del Rugby League italiano e sopratutto alzerebbe il livello della nazionale italiana.
Andrea Sola